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Storia

La storia di Pallagorio è nota solo per sommi capi, fatto, questo, dovuto sia alla naturale trascuratezza della sua popolazione, sia perché molti documenti storici sono andati perduti nel 1945, in seguito ad un incendio appiccato al comune alla fine del periodo fascista, quasi a voler esorcizzare un passato di cui, in qualche modo, ci si vergognava. Le tradizioni storiche, quindi, vanno cercate più nella memoria storica popolare che nei documenti. Pallagorio confina a Nord con Campana e Umbriatico, a Est con Carfizzi e San Nicola, a Sud con Casabona e la sua frazione Zinga, e a Ovest con Verzino (in particolare con il fiume Vitravo).
Nel 1453, si segnalano i primi insediamenti albanesi nel casale di “S. Giovanni in Pallagorio”, casale di campagna dei principi di Umbriatico. Probabilmente, questi primi insediamenti, sono da localizzare nella zona attualmente denominata Valle. A detta di alcuni tali insediamenti si ebbero in prossimità di costruzioni già esistenti, se non sulle stesse rovine di un antico borgo. A sostegno di questa tesi, si fa derivare il nome Pallagorio, dalle parole greche “Palaios Chorion” che significano “Regione Antica” con evidente riferimento alle costruzioni già esistenti. Altri però fanno derivare il nome albanese di Pallagorio (Puheriu), da “Puhe e rì” (Nuova Puhe) con riferimento ad una città dell'Albania che aveva questo nome. Altri ancora fanno derivare questo nome dall’espressione albanese “Pucciur e riut”, “Baciata dal vento”, con riferimento alla posizione geografica favorevole. Dagli studi fatti e dai ritrovamenti archeologici, soprattutto ad opera di Ofelia Giudicissi, la prima versione ci sembra più accreditata. La stessa toponomastica dei luoghi intorno a Pallagorio, testimonierebbe che questi insediamenti sono poco più che una leggenda. Secondo la memoria storica popolare, il primo insediamento di Albanesi a Pallagorio, sarebbe avvenuto in seguito all'aiuto dato dai pallagoresi al principe di Umbriatico nella guerra contro il feudatario di Campana. Testimonianza di questo, è un arco nel centro storico del paese. In ogni caso, dal XVI secolo in poi, gli Albanesi di razza tosca (provenienti dal sud dell'Albania), sono segnalati a Pallagorio. Quasi subito vi fu il passaggio dal rito ortodosso al rito latino, se è vera la notizia riportata da alcuni secondo cui preti di origine Pallagorese, nel sedicesimo secolo, venivano mandati in Albania come missionari per favorirne la latinizzazione. Bisogna fare un salto fino ai giorni nostri per scoprire altre notizie storiche.
Nel 1815, Pallagorio diviene comune autonomo, non più dipendente da Umbriatico. Le successive fasi storiche seguono in tutto e per tutto la storia d'Italia con i vari governi che si sono succeduti. È da segnalare la costruzione del campanile della chiesa del Carmine nella seconda metà del secolo diciannovesimo, e il completamento nel 1859, della chiesa di S. Filomena sorta nel fondo dei Vitetta. Agli inizi del secolo comincia il fenomeno dell’emigrazione, inizialmente verso l'America, e dagli anni '50 in poi, verso le regioni del nord Italia (prevalentemente Toscana) e verso la Germania. Oggi Pallagorio vive la condizione di un tipico paese del sud, con tutte le contraddizioni che questo comporta. “Paese del sud, così ritorto come le tue fiumare”, così la poetessa Ofelia Giudicissi descriveva in una sua poesia Pallagorio.
Un paese forse ritorto nella sua realtà sociale, ma che certamente può offrire risorse umane ed ambientali veramente uniche.

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